Good luck girls.
Your biggest fan.
readings and interpretations, to evict the beaver
that dwells in us ...
Antonio Gramsci - Telling the truth is revolutionary
- The tale of the beaver
“Io sono sempre stato dell’opinione che la verità abbia in sé la propria medicina”.
Si dice che Antonio Gramsci sia uno degli autori italiani più tradotto e letto nel mondo.
Prima o poi, tornerà ad essere letto anche in Italia?
Perché la memoria di Gramsci è stata rimossa dall’orizzonte politico dell’Italia odierna?
Pur riconoscendo che su alcuni punti è necessario andare oltre Gramsci, rimane valido il suo approccio critico e mai dogmatico ai problemi.
“Dire la verità è rivoluzionario”. Questo è il motto che campeggiava nella testata di una delle riviste da lui create (L’Ordine Nuovo. Rassegna settimanale di cultura socialista).
“Io sono sempre stato dell’opinione che la verità abbia in sé la propria medicina”. ( L., p.783)
L’amore per la verità contrassegna l’intera opera.
“La verità deve essere rispettata sempre, qualsiasi conseguenza essa possa apportare, e le proprie convinzioni, se sono fede viva, devono trovare in se stesse, nella own logic, the justification of acts which are considered necessary to be made. On the lie, easy come on counterfeiting that are not built castles in the wind, which other lies and falsifications other can fade. "(The conference and the truth, in The Forward in Turin 19/02/1916)
Gramsci never accept the need to sacrifice truth on the altar of the revolution.
"'s view is popular (...) that is essential of political lying, knowing how cunningly hide their real opinions, the true purposes for which there is a tendency, knowing how to believe the opposite of what you really want, etc.. etc.. The review is so radicata e diffusa che a dire la verità non si è creduti (…) nella politica di massa dire la verità è una necessità politica.” (Q. p. 222).
Basta rileggere le Lettere e i Quaderni del carcere per convincersene:
“Nella discussione scientifica, poiché si suppone che l’interesse sia alla ricerca della verità (…), si dimostra più avanzato chi si pone dal punto di vista che l’avversario può esprimere un’esigenza che deve essere incorporata(…) nella propria costruzione. Comprendere e valutare realisticamente la posizione e le ragioni dell’avversario(…) significa appunto essersi liberato dalla prigione delle ideologie ( nel the worst sense of blind ideological fanaticism), that arise from a critical point of view. "(Q, 1933)
One of the passages cited and less frequented of the Notebooks is written:
" You have to really say that the first to be forgotten are precisely the first elements, the most basic things (...) The first element is that there are indeed governed and governors, managers and direct. All science and art policy is based on this fact (...) In forming the management is a fundamental premise: we want that there are always ruled and rulers, or you want to create the conditions in which the necessity of the existence of this division disappear? That is, the premise della perpetua divisione del genere umano o si crede che essa sia solo un fatto storico rispondente a certe condizioni? (…) per certi partiti è vero il paradosso che essi sono compiuti e formati quando non esistono più, cioè quando la loro esistenza è diventata storicamente inutile. Così, poichè ogni partito non è che una nomenclatura di classe, è evidente che per il partito che si propone di annullare le divisioni in classi, la sua perfezione e compiutezza consiste nel non esistere più.” (Q. pp.1752-1753)
Rileggendo oggi questo brano, scritto in carcere nel 1933, si comprende meglio perché la memoria di Gramsci è stata rimossa dall’orizzonte politico dell’Italia odierna. With a political class increasingly self-referential and irresponsible, at first glance it seems that there can be no more space for the Gramscian utopia.
While recognizing that on some points we must go beyond Gramsci, is valid, his critical approach to the problems and never dogmatic. And many of its pages are even now of great relevance.
re-read, for example, "The tale of the beaver," dedicated to the analysis of the first postwar Italian socialist leaders who, through their ineptitude, they opened the door to fascism.
Surely now is greater than yesterday "gap between represented and representatives" not to mention the "no union with the class represented "by that date, perhaps unfairly, is defined as a" caste ".
"I hate the cold. I believe that life should mean to be partisan. Who really lives can not be a citizen and partisan. The indifference is apathy, is parasitism, it is cowardice, not life. So I hate the cold. "
Antonio Gramsci
policy elements
The tale of the beaver
(A beaver, pursued by hunters, who want to wrest the testicles which are extracted for medicinal products, for their lives, tearing himself from the testicles)
Why not there was no defense? Poor sense of human dignity and the dignity of political parties, but these elements are not natural data, their weaknesses of a people on a permanent characteristic. They are "historical facts" that are explained by the past history and present social conditions.
apparent contradictions: dominated by a fatalistic view e meccanica della storia (Firenze 1917, accusa di bergsonismo) e però si verificavano atteggiamenti di un volontarismo formalistico sguaiato e triviale: per esempio, il progetto di costituire nel 1920 un consiglio urbano [2] a Bologna coi soli elementi delle organizzazioni, cioè di creare un doppione inutile, di sostituire a un organismo storico radicato nelle masse, come la Camera del Lavoro, un organismo puramente astratto e libresco. C’era almeno il fine politico di dare una egemonia all’elemento urbano che con la costituzione del consiglio veniva ad avere un centro proprio, dato che la Camera del Lavoro era provinciale? Questa intenzione mancava assolutamente e d’altronde il progetto non fu realizzato.
Il discorso di Treves [3] sull’“espiazione”: questo discorso mi pare fondamentale per capire la confusione politica e il dilettantismo polemico dei leaders. Dietro a queste schermaglie, c’è la paura delle responsabilità concrete, dietro a questa paura la nessuna unione con la classe rappresentata, la nessuna comprensione dei suoi bisogni fondamentali, delle sue aspirazioni, delle sue energie latenti : partito paternalistico di piccoli borghesi che fanno le mosche cocchiere.
Perché non difesa? L’idea della psicosi di guerra, e che un paese civile non può “permettere” che si verifichino certe scene selvagge. Queste generalità erano anch’ esse mascherature di altri motivi più profondi (d’altronde, erano in contraddizione con l’affermazione ripetuta ogni volta dopo un eccidio: l’abbiamo sempre detto noi che la classe dominante è reazionaria!), che sempre si incentrano nel distacco dalla classe, cioè nelle “due classi”: non si riesce a capire ciò che avverrà se la reazione trionfa, perché non si vive la lotta reale, ma solo la lotta come “principio libresco.” [4]
Altra contraddizione intorno al volontarismo: se si è contro il volontarismo si dovrebbe apprezzare la “spontaneità”. Invece, no: ciò che era “spontaneo” era cosa inferiore, non degna di considerazione, non degna neppure di essere analizzata. In realtà, lo “spontaneo” era la prova più schiacciante dell’inettitudine del partito, perché dimostrava la scissione tra i programmi sonori e i fatti miserabili. Ma intanto i fatti “spontanei” avvenivano (1919-1920), ledevano interessi, disturbavano posizioni acquisite, suscitavano odi terribili anche in gente pacifica, facevano uscire dalla passività strati sociali stagnanti nella putredine: creavano, appunto per la loro spontaneità e per il fatto che erano sconfessati, il “panico” generico, la “grande paura” che non potevano non concentrare le forze repressive spietate nel soffocarli.
An extraordinary document of this gap between represented and representatives is the so-called alliance between the federal government and party, [5] that can be compared to a concordat between church and state.
The party, which is the embryo of a state structure, can not admit any division of his political powers, can not admit that some of its members present themselves as having equal rights, as allies of the "whole" as a State can not admit that some of his subjects, as well as the general laws, do they belong with the State and by a foreign power, a special contract of coexistence with the State stesso. L’ammissione di una tale situazione implica la subordinazione di fatto e di diritto dello Stato e del partito alla così detta maggioranza dei rappresentanti: in realtà, a un gruppo che si pone come anti-Stato e anti-partito e che finisce con l’esercitare indirettamente il potere. Nel caso del patto d’alleanza apparve chiaro che il potere non apparteneva al partito.
Al patto d’alleanza corrispondevano gli strani legami tra partito e gruppo parlamentare, anch’essi, d’alleanza e di parità di diritto. Questo sistema di rapporti faceva sì che concretamente il partito non esistesse come organismo indipendente, ma solo come elemento costitutivo di un organismo più complesso che aveva tutti i caratteri di un partito del lavoro [6] discentrato, senza volontà unitaria, ecc.
Dunque i sindacati devono essere subordinati al partito? Porre così la quistione sarebbe errato. La quistione deve essere impostata così: ogni membro del partito, qualsiasi posizione o carica occupi, è sempre un membro del partito ed è subordinato alla sua direzione. Non ci può essere subordinazione tra sindacato e partito: se il sindacato ha spontaneamente scelto come suo dirigente un membro del partito, significa che il sindacato accetta liberamente le direttive del partito, e, quindi, ne accetta liberamente (anzi ne, desidera) il controllo sui suoi funzionari.
Questa quistione non fu impostata giustamente nel 1919, quantunque esistesse un grande precedente istruttivo, quello del giugno 1914: perché in realtà non esisteva una politica delle frazioni, cioè una politica del partito.
note
[1] II castoro qui raffigura i partiti politici tradizionali, compreso il PSI che non seppe opporre una difesa efficace al fascismo.
[2] Una specie di soviet.
[3] Claudio Treves (1868-1933), uno dei principali esponenti della corrente riformista del PSI, nel 1920 alla Camera fece un intervento in cui sosteneva che da una parte la borghesia ha fatto il suo tempo e dall’altra la classe operaia non è ancora pronta a esercitare il potere; conseguenza: la tragedia e l’espiazione delle classi dominanti.
[4] G. si riferisce all’atteggiamento, tragicamente miope, dei riformisti: non resistenza allo squadrismo, incomprensione del fenomeno fascista, inteso come manifestazione transitoria della psicosi bellica, ecc. “I socialisti credono ancora di potersi opporre alla classe borghese, che organizza e scatena dappertutto la sua violenza, con la protesta in Parlamento e l’ordine del giorno di deplorazione della barbarie fascista.” (SF, p. 104) Nel corso del 1920 circa “2500 italiani (uomini, donne, bambini e vecchi) hanno trovato la morte nelle vie e nelle piazze, sotto il piombo della pubblica sicurezza e del fascismo. Nei trascorsi 200 giorni di questo barbarico 1921 circa 1500 italiani sono stati uccisi dal piombo, dal pugnale, dalla mazza ferrata del fascista, circa 40000 liberi cittadini della democratica Italia sono stati bastonati, storpiati, feriti.” (Articolo non firmato, 23.7.1921. SF, p. 248)
Nell’agosto 1921 dirigenti del PSI, della CGL e del partito fascista firmarono un “patto di pacificazione” per far cessare “minacce, vie di fatto, rappresaglie, punizioni, vendette”: è noto quale esito ebbe tale accordo.
[5] Intesa stipulata nel 1918 tra PSI e CGL, in cui si distinguevano nettamente i rispettivi campi d’azione, e fra l’altro si stabiliva che il partito avrebbe diretto gli scioperi political and the economic union.
[6] The Labour Party, the Social Democratic Party English in 1906, various political organizations, trade unions, cultural (and later the strong cooperative movement) joined in the party, which maintained a close relationship with the unions, the Trade Unions . In 1924 he was with the support of the Liberals, the first Labour government.
Decisamente la risposta di Coralli arriva in ritardo, ma non per lo scritto mandato alla stampa, bensì perché tutta la discussione parrebbe essere in ritardo. Infatti, come Associazione L’Occhio Verde, portammo una petizione alla Circoscrizione di San Pietro in vincoli (iter per giungere in Comune) riguardante la sicurezza stradale. Nella petizione vi erano come oggetto la via Cella e la via Petrosa, ma nella prima parte di quella riunione alla quale noi eravamo presenti, si discusse , innanzi ad un tecnico del Common characteristic of these traffic at the kindergarten and school. Now we read that index public meeting with the engineers of the City .... Again? We are still here talking about? Yet already at that meeting in October 2009 seemed to be late ....
addition, the public meeting would be convened in November is open to the public? As has been advised of citizenship in the area here because nobody knows anything and the online site of the City there is no trace of the assembly in question or of the next meetings?
Everything mentioned above is not in the video sitting in that famous, but you can see what they think the counselors in the District St. Peter in Chains and the climate of democracy that exist was created that night. Video: http://www.youtube.com/watch?v=xogCDPIqZ20
Samantha Comizzoli